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Siccità
e carenza di piogge, ma anche e soprattutto sprechi ed inefficienze nella
gestione della distribuzione dell’acqua potabile nel nostro Paese. Secondo
gli analisti di Sensoworks (www.sensoworks.com), la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme
multilivello, ogni anno nei nostri capoluoghi di provincia e nelle nostre città
metropolitane vanno persi 42 metri cubi al giorno per chilometro di rete.
Insomma
nella nostra rete —che conta 95 gestori differenti e che si sviluppa su oltre
57 mila chilometri— oltre il 36% dell’acqua immessa in rete va persa. Una
percentuale che, secondo l’Istat, raddoppia o quasi a Chieti (dove a “scomparire”
è il 71,1% dell’acqua) ma anche a Latina (70,1%), Belluno (68,1%)
e Siracusa (67,6%).
Senza
contare che quest’anno —poi— ad aggravare le cose ci si è messo anche il
problema della siccità. Ed è infatti da novembre dell’anno scorso che si registrano precipitazioni
di molto inferiori alla media, con un record assoluto a Nord-Ovest dove i
deficit idrici da gennaio ad oggi sono fino anche del 70%.
Nel
primo semestre di quest’anno nella pianura lombarda —ad esempio— si sono
registrati accumuli complessivi variabili dai 130 ai 160 millimetri, a
fronte di una media abituale
che oscillava dai 400 ai 600 millimetri, a seconda delle zone. Ci
troviamo così a luglio 2022 con i laghi e i fiumi in grande secca ed in
taluni casi del tutto prosciugati, con il Po ai minimi storici e l’acqua
del mare che —per scarsità di flusso— invade il Delta verso l’entroterra.
Tanto
è che il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza, fino al 31
dicembre 2022, in relazione alla situazione di deficit idrico in atto in
Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
E poi
ancora vi è il problema della sicurezza e della gestione delle reti idriche (fisiche
e cyber), il ruolo dei Big Data e dello IoT nell’ottimizzazione
delle risorse e nella gestione degli sprechi, l’analisi predittiva e via
dicendo. Tematiche tutte affrontate nel Whitepaper di Sensoworks “L’infrastruttura Idrica 4.0 - Numeri e
applicazioni per la nuova rivoluzione digitale” (cliccare qui per scaricare il whitepaper).
«Il
punto è che oltre il 60% della rete idrica italiana ha più di 30 anni di
vita ed il 25% ha addirittura una vetustà di oltre 50 anni» spiega Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks, startup nata 2 anni fa per creare
soluzioni innovative per il monitoraggio dinamico delle infrastrutture e
dei nascenti servizi di smart city.
Si
dovrebbe pensare ad un ammodernamento, ma il tasso nazionale di rinnovo è pari
a circa 4 metri di condotta per ogni chilometro di rete. «Quindi per
sostituire tutta la rete si ci impiegherebbe 250 anni con una spesa pari
a 5 miliardi di euro l’anno» sostengono gli analisti di Sensoworks.
Ma
quello che invece è realisticamente possibile fare e senza costi eccessivi è il monitoraggio dinamico della rete e delle strutture ad essa collegate, in maniera da poter agire di
volta in volta solo dove si rende veramente necessario, intervenendo ancora
prima che si concretizzi una perdita (manutenzione predittiva).
Per
la manutenzione degli acquedotti, attraverso appositi algoritmi Sensoworks è
infatti in grado di individuare i punti dove è più probabile che la rete si
possa rompere e di prevenire questi incidenti attraverso una manutenzione
programmata, utilizzando quelle stesse tecnologie Sensoworks che al
momento sono state implementate per il monitoraggio di alcune tra le
infrastrutture più strategiche del nostro Paese —tra le quali autostrade, tunnel ed
edifici— e di
altri Stati dove l’azienda è già operativa.
Le
competenze di Sensoworks spaziano dal monitoraggio di infrastrutture
civili —includendo
anche sistemi avanzati in ambito idrico e fognario— all’Industry
4.0, fino ad arrivare alle soluzioni legate ai servizi
cittadini in ambito di smart city: waste management, mobilità sostenibile e smart parking, con
un particolare impegno rivolto anche alla transizione ecologica ed allo sviluppo
economico sostenibile.