È ancora allarme passaporti: saltano 100.000 viaggi organizzati, con una conseguenza di 180 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio. A snocciolare i dati è ancora una volta Vamonos Vacanze, il tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo, che ha commissionato un approfondimento all’Istituto di Ricerca IRCM (www.ircm-ricerca.com).
Dopo il caos di febbraio, continuano le segnalazioni di disservizi e non si placano le critiche sui social: in molti lamentano ancora la mancanza di appuntamenti disponibili per il rinnovo del passaporto. E quelli che sono riusciti a prenotare si lamentano invece delle lunghissime code davanti ai commissariati ed alle questure.
«Ci sto provando da oltre due mesi, ma ancora non riesco a partire» racconta un viaggiatore della community di Vamonos-Vacanze.it. Un disastro che secondo il tour operator ha provocato 180 milioni di mancate vendite. E c’è perfino chi, lavorando nel Regno Unito e non essendo riuscito a ripartire, ha perso il posto di lavoro.
I ritardi interessano a macchia di leopardo l’intero Bel Paese. Le cause sono legate all’accumulo di arretrati dovuti al Covid-19 ma anche —come conseguenza della Brexit— alla nuova esigenza del passaporto per accedere in Gran Bretagna.
Fatto è che, secondo l’indagine commissionata da Vamonos-Vacanze.it, 7 viaggiatori su 10 hanno visto lievitare a 6 settimane (69% del campione intervistato) il tempo necessario per ottenere un appuntamento per il rilascio del passaporto.
E così sono saltati in media 11,4 viaggi per ciascuna agenzia, ad un prezzo medio —trattandosi di viaggi fuori dall’Ue (altrimenti il passaporto neanche sarebbe stato necessario)— di 1.800 euro a viaggio. Complessivamente quindi ciascuna agenzia ha accusato mediamente 20.520 euro di vendite non effettuate.
«Ma per le grandi OTA (Online Travel Agency) il danno è stato maggiore: la media è di 65 viaggi in fumo per circa 116.656 euro di vendite non effettuate per ciascun operatore» sottolineano gli specialisti della piattaforma Vamonos-Vacanze.it, la più grande OTA specializzata in vacanze di gruppo.
A causa della burocrazia, insomma, sono andati in fumo 180 milioni di euro. Gli Uffici Passaporto delle Questure non si aspettavano di ricevere un numero così elevato di richieste ed hanno serie difficoltà ad evaderle.
Sui social c’è chi racconta di essere riuscito a ottenere un appuntamento solo per ottobre 2023 e chi proprio non ci riesce perché il server è “in manutenzione” o perché «il sito apre alle 8, ma tempo di aggiornare la pagina e già non ci sono più posti» spiega un internauta che vorrebbe partire per Pasqua ma senza passaporto non se la sente di correre il rischio di non potere poi partire.
Le critiche e le proteste sono arrivate anche in Parlamento e numerose sono state le interrogazioni al Governo, soprattutto dai partiti di opposizione. Così nei primi due mesi del 2023 sono stati rilasciati 412.385 passaporti, ma le domande sono molto al di sopra di questo livello.
A fine gennaio, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi insieme alla collega Daniela Santanchè (a capo del Ministero del Turismo) aveva assicurato un intervento dell’Esecutivo per risolvere la vicenda. Eppure i disagi continuano.
«Il problema è anche la carenza, a livello nazionale, del documento cartaceo da poter successivamente compilare» sottolineano gli esperti di Vamonos-Vacanze.it. Tant’è che prosegue l’interlocuzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato «per l’adozione di iniziative volte ad incrementare la capacità produttiva di libretti in bianco».
Vamonos-Vacanze.it ha anche messo in rilievo la top-10 dei viaggi più gettonati per Pasqua 2023: 1) Sharm El Sheikh (11,5%), 2) Costiera Amalfitana (11,2%), 3) Barcellona (10,2%), 4) Amsterdam (9,8%), 5) Lago di Garda (9,5%), 6) Dubai ed Abu Dabi (8,3%), 7) Canarie (8,2%), 8) Giordania (5,5%), 9) Miami (4,2%) e 10) Bahamas (4,2%). In molti casi il passaporto è quindi indispensabile.
Per Pasqua, infatti, il 14,1% dei viaggiatori opta per il lungo raggio (includendo mete quali Bahamas, Miami, Cuba e Caraibi) ed il 29,1% predilige —nel corto e medio raggio— mete dove è comunque necessario avere il passaporto (con Sharm el-Sheikh e Dubai/Abu Dabi in testa), senza contare poi le crociere, con il rischio di ritrovarsi a non poter sbarcare in tutti i porti.